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Vitamine D, A, e, K2: le vitamine complementari liposolubili

Queste vitamine nascondono uno dei segreti di una vita sana e longeva, per la stragrande maggioranza delle persone. Ecco cosa sapere

03/11/2022 10:29:00 | parafarmaciaovf

Come utilizzare la vitamina K2 come antiossidante? Il primo consiglio: associare sempre la Vitamina D3 con la Vitamina A e, dopo aver aspettato almeno 6 ore, inserire la vitamina K2 (MK7). Questo perché la vitamina K2 utilizza gli stessi recettori lipoproteici della vitamina D3 per l’assorbimento (visto il costo elevato e le qualità di questa vitamina miracolosa non vogliamo sprecarla). In tutto ciò si inserisce anche l’importantissima Vitamina E, da prendere in combinazione con gli Omega 3 per prevenire l’ossidazione degli acidi grassi, diminuire l’acido arachidonico, molecola infiammatoria, e infine rigenerare antiossidanti endogeni come Glutatione, Acido alfa Lipoico, SOD, Coenzima Q10, e far in modo di tenere la Vitamina C sempre in forma ridotta. Solo in questo modo può essere utilizzata come antiossidante.

 

Le proprietà della Vitamina K2

Cominciamo con il dire che la Vitamina K2 è una vitamina veramente essenziale per la vita umana. Il dottor Pierce negli anni Venti la chiamava “fattore x”, e già allora aveva scoperto che l’alimentazione moderna raffinata ne causava una carenza. Inoltre, viene definita “la vitamina che ti fara’ vivere 100 anni” dal bellissimo libro di Kate Rheaume. La vitamina K2 ha l’immenso compito di fissare il calcio nello scheletro e toglierlo dai reni e arterie dove potrebbe diventare molto pericoloso per la nostra salute.

 

Ma come, non era la vitamina D3 ad avere queste proprietà? Anche!

La vitamina del sole (vit. D3) si occupa di far assorbire il calcio a livello di circolazione ematica, ma senza la vitamina K2 il calcio rimane nelle arterie e crea tutta una serie di problematiche, dall’osteoporosi all’arteriosclerosi (calcificazioni delle coronarie, valvole, vene varicose, ecc), che sono due facce della stessa medaglia. Come se non bastasse, la vitamina K2 si occupa anche dell’insulino-sensibilità; detto più semplicemente, la sua carenza ha una relazione molto stretta con il diabete di tipo 2. Anche nella prevenzione del cancro, obesità, sclerosi multipla, sistema immunitario, ossa e malattie cardiache.

 

Si è visto che gli integratori di calcio, da soli, non portano sostanziali vantaggi alle ossa, proprio in virtù dell’errore che commette continuamente la medicina, pensando il corpo sia come a una bottiglia da riempire. Anzi, sembrerebbe che l’assunzione di integratori di calcio da soli aumenti i rischi cardiovascolari, proprio perché se il calcio non si fissa nelle ossa alla fine va ad accumularsi nelle arterie, nelle coronarie (provocando infarto se le ostruisce), e in tutti i posti che non sono quelli dove deve finire il calcio, ad esempio reni e cuore. Insomma, più si assume calcio e meno ne finisce nello scheletro, che è lungi dall’ essere una specie di “stampella” inerte, ma è una vera e propria ghiandola endocrina, che ha continui scambi con il resto dell’organismo. Quindi ha bisogno di recettori specifici e di carrier, enzimi, vitamine che veicolano il calcio alle ossa e facciano in modo di non utilizzarlo solo come alcanizzante per il nostro corpo e come minerale che aumenti la contrazione muscolare e l’effetto inotropo sul cuore.

 

 

Dove prendiamo la vitamina K2?

La vitamina K1 abbonda nelle verdure a foglia larga, ma non ha le stesse funzioni della K2. In minima parte il corpo trasforma la K1 in K2 MK7, o meglio lo fa il nostro microbiota, l’intestino sede del sistema immunitario. Ma se il nostro microbiota e’ in disbiosi fermentativa questa produzione viene rallentata. La vitamina K2 mk4 è presente in tutti i grassi animali alimentati brucando l’erba verde (grass fed). In pratica la nostra alimentazione ne è fortemente carente, in quanto gli allevamenti ormai non usano più l’erba e semi di lino per far crescere gli animali, ma zuccheri come cereali e mais. Quindi sia vegani che onnivori stanno nel mirino della carenza di K2. Una fonte eccezionale è il natto giapponese, ma a parte i giapponesi che se lo mangiano a colazione tocca avere uno stomaco di ferro perchè ha un sapore molto sgradevole. Quindi possiamo integrare con integratori di OVF K2 MK7 in base anche all’assunzione di vitamina D3.

 

Ricordando sempre associazione Vitamina D3 insieme alla vitamina A, che lavorano in sinergia per attivare i recettori nucleari VDR/ RXR, altrimenti ci ritroviamo ad avere valori della vitamina D3 epatica 25 OH molto bassa, mentre la forma attiva 1.25 sale di molto perche’ i recettori VDR non dimerizzano con il Retinolo. In questi casi è meglio fare le analisi delle 2 forme di Vitamina D3 e fare il rapporto della 1,25 /la 25 OH tale rapporto deve essere maggiore di 2.1. Quindi se il rapporto è inferiore si fa integrazione personalizzata, mentre se è molto superiore si integra con un valore minimo di Vitamina D3 ma aumentando l’introito di Vitamina A e magnesio. Ci potrebbero essere delle mutazioni dei recettori VDR che non legano i recettori nucleari con la carenza di Vitamina A. In questo caso la tossicità’ indotta da super dosaggi della Vitamina D3 orale, che abbassa i livelli di magnesio e innalza i livelli di calcio. Il quadro di questo disastro include palpitazioni cardiache, nausea, costipazione, calcoli renali, perdita di memoria, rammollimento delle ossa, iperparatiroidismo, dolori muscolari e ossei.

 

La vitamina K2 agisce in sinergia con la vitamina D e la vitamina A e qui, brutta notizia per i vegani, la vitamina A (retinolo, si ritrova nel regno animale come olio di fegato di merluzzo, frattaglie, uova ecc) non è la stessa cosa dei betacaroteni (precursori della vitamina A), in quanto non è detto che assumendo quantità elevate di betacaroteni (presenti in frutta e ortaggi arancioni) si riesca a soddisfare il bisogno giornaliero di vitamina A. Il beta-carotene non può essere convertito in Vitamina A, soprattutto nei casi di patologie tiroidee, diabete, e problematiche intestinali che inattivano l’enzima di conversione.

 

Una molecola di beta-carotene può produrre due molecole di retinolo. L’enzima beta-carotene 15′-diossigenasi intercetta beta-carotene nella mucosa intestinale e lo converte in retinolo. Questa efficienza di conversione è bassa a causa della scarsa solubilità del beta-carotene nel mezzo del tratto digestivo. Pertanto, 12 mg di beta-carotene è necessario per produrre 1 mg di retinolo. La vitamina A si occupa di eliminare il calcio in eccesso, vitamina D e A sono come acceleratore e freno del calcio. Sono due vitamine complementari. Mentre la Vitamine E si occupa di non farle ossidare e perdere le proprie proprieta’ pleotropiche. Inoltre, la vitamina A, ovvero il retinolo, è importante per il ciclo visivo, la manutenzione del sistema immunitario, l’azione antibatterica (in quanto stimola la produzione di lisozima), la crescita e lo sviluppo, la trascrizione dei geni, lo sviluppo embrionale e la riproduzione, il metabolismo osseo e l’attività antiossidante e l’equilibrio ormonale in sinergia con la vitamina D3.

 

 

Concentrarsi sui meccanismi, non sulla carenza

 

Insomma, il corpo umano non deve essere considerato come una bottiglia che va riempita, e se si ha una carenza di qualcosa spesso non è dovuto alla carenza dell’elemento in questione, ma ai meccanismi che fissano quell’elemento.

 

Ad esempio, non abbiamo nominato il magnesio, che nell’equazione del calcio e della vitamina D è fondamentale. Tutti adesso potrebbero essere tentati di correre a fare un esame, per vedere se si è in carenza di vitamina K2. Purtroppo non è così facile, e ad oggi in Italia il test ucOC (che è un test indiretto ovvero misura le frazioni sottocarbossilate, un parametro messo in relazione con la K) non viene eseguito, e si può solo cercare di capire attraverso altri parametri se si è in carenza.

 

La buona notizia è che non ci sono notizie di sovradosaggi quindi effetti collaterali. Ci sono effetti collaterali nell’utilizzare dosaggi di 10000 UI di Vitamina A? Ci sono solo effetti positivi visto che viene definita la Vitamina Antinfettiva! C’è stato un piccolo ma statisticamente significativo aumento dei livelli sierici di retinolo associato alla supplementazione, ma nessun aumento significativo della proteina sierica legante il retinolo. L’entità dell’aumento del retinolo sierico era correlata all’entità della supplementazione. In media, per ogni 10.000 UI di retinil palmitato al giorno, la concentrazione sierica di retinolo è aumentata di 13 microgrammi / l dopo 3 mesi (aumento del 2%) e di 12 microgrammi / l dopo 6 mesi di integrazione (aumento del 2%).

 

Tutti i regimi utilizzati non hanno mostrato alcuna evidenza di tossicità se non lievi cambiamenti sintomatici e fisici a carico della pelle e delle mucose.Senza ombra di dubbio, viste le numerose testimonianze, studi scientifici rivolti al benessere psicofisico indotti da queste preziose vitamine liposolubili come la vitamina K2 insieme alla vitamina D3/ A e Vitamina E nascondono uno dei segreti di una vita sana per la stragrande maggioranza delle persone.

 

 

Dr Fabrizio Marrone, Farmacista esperto in Nutraceutica.

FONTI

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3907818/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9731705/

Retinoid X receptors stimulate and 9-cis retinoic acid inhibits 1,25-dihydroxyvitamin D3-activated

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34045883/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33107588/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8395017/

https://www.hindawi.com/journals/mi/2018/3067126/

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