AKKERMANSIA M: IL BATTERIO ATTIVO
DOPO IL SUBTILIS ARRIVA ANCHE AKKERMANSIA M: IL BATTERIO ATTIVO CONTRO INFIAMMAZIONEDa una recente revisione della letteratura disponibile, è emerso come il batterio Akkermansia muciniphila, che colonizza lo strato di muco del tratto gastrointestinale, rappresentando dall’1 al 4% del microbiota fecale, possa avere un ruolo chiave nello sviluppo delle patologie metaboliche e gastrointestinali.
DOPO IL SUBTILIS ARRIVA ANCHE AKKERMANSIA M: IL BATTERIO ATTIVO CONTRO INFIAMMAZIONE E SINDROME METABOLICA
Da una recente revisione della letteratura disponibile, è emerso come il batterio Akkermansia muciniphila, che colonizza lo strato di muco del tratto gastrointestinale, rappresentando dall’1 al 4% del microbiota fecale, possa avere un ruolo chiave nello sviluppo delle patologie metaboliche e gastrointestinali.
Questo batterio, infatti, stimola la comunicazione tra i batteri del microbiota intestinale e migliora la funzionalità della barriera intestinale potenziando la risposta immunitaria del nostro organismo. Inoltre, è in grado di influenzare il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e la sua presenza correla inversamente con diverse condizioni infiammatorie come le malattie infiammatorie intestinali, l’obesità e il diabete. Infine, la sua somministrazione come terapia sarebbe in grado di ridurre lo sviluppo di queste condizioni.
Sempre più studi hanno dimostrato che il microbiota intestinale svolge diverse funzioni e che condizioni di disbiosi sono alla base di patologie cardiovascolari, neurodegenerative, psichiatriche e autoimmuni.
Akkermansia M. è coinvolto nella produzione e nel mantenimento del muco protettivo intestinale, e, in situazioni come la sindrome del colon irritabile (IBS), è stata riscontrata una diminuzione del muco intestinale conseguente ad una diminuzione di questo importante batterio.
Questo batterio sembra sia implicato anche nel ridurre i processi infiammatori dell’intestino, attivando infatti il sistema immunitario degli enterociti, che riduce l’amplificazione delle citochine infiammatorie dei batteri patogeni, modulando quindi l’infiammazione e migliorando anche le giunzioni serrate della parete intestinale riducendo il leaky gut.
Tutti gli studi effettuati per ora in vivo hanno dimostrato una correlazione tra il livello di Akkermansia e i disturbi della sindrome metabolica e dell’obesità. Questo batterio ha infatti dimostrato la capacità di ridurre il peso e regolare l’aumento di massa grassa, ridurre la steatosi epatica, i livelli di colesterolo, migliorare la sensibilità insulinica e ristabilire la funzione della barriera intestinale influenzando diversi fattori quali le giunzioni strette della mucosa intestinale, lo spessore del muco intestinale e peptidi antimicrobici.
A.M. inoltre attraverso l’azione con una specifica proteina Amuc_1100 migliora la tolleranza al glucosio riduce il peso e la massa grassa, dimostrando la sua integrazione ottimale nella sindrome metabolica.
Possiamo quindi concludere che sempre più studi avvalorano la tesi dell’importanza del microbiota per il benessere totale dell’organismo e di quanto l’intestino si attesti sempre di più nel ruolo di secondo cervello.
European Review for Medical and Pharmacological Sciences 2019; 23: 8075-8083
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