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Vitamina B12 alta: cosa significa davvero e quando preoccuparsi

Molti conoscono i rischi legati a una carenza di vitamina B12, ma in pochi sanno come comportarsi quando questa vitamina risulta oltre i valori di riferimento nelle analisi del sangue. Un’anomalia che, sempre più spesso, genera preoccupazione nei pazienti e interpretazioni superficiali da parte dei medici.

07/04/2025 12:15:00 | parafarmaciaovf

Quando la vitamina B12 è alta: è davvero un problema?

La vitamina B12, o cobalamina, è una vitamina idrosolubile, fondamentale per:

  • la formazione dei globuli rossi

  • la sintesi del DNA e dell’RNA

  • la metilazione cellulare

  • il corretto funzionamento del sistema nervoso

In forma attiva (metilcobalamina) o sintetica (cianocobalamina), viene in parte accumulata nel fegato e, se in eccesso, eliminata attraverso le urine, senza causare effetti tossici.

Tuttavia, quando la vitamina B12 è alta ma il soggetto presenta comunque stanchezza cronica, disturbi cognitivi o infiammatori, il problema potrebbe non essere l’eccesso, ma una sua scarsa utilizzazione intracellulare.


Vitamina B12 alta: le possibili cause

1. Mutazione del gene MTHFR

Le mutazioni del gene MTHFR, soprattutto nelle forme omozigoti o eterozigoti, compromettono la conversione della vitamina B12 nella sua forma attiva. In questi casi, l’assunzione di cianocobalamina può risultare inefficace. È preferibile utilizzare metilcobalamina, che bypassa il difetto genetico.

2. Disturbi della metilazione

Un blocco nel ciclo dei folati e della metilazione porta a un accumulo di vitamina B12 non funzionante e a una ridotta produzione di glutatione, con acidosi tissutale, infiammazione e blocco della biogenesi mitocondriale.

3. Ipocloridria gastrica e scarso assorbimento

La ridotta produzione di acido cloridrico nello stomaco (ipocloridria), spesso legata a carenze di zinco, vitamina A o betaina, limita la sintesi del fattore intrinseco, indispensabile per l’assorbimento della B12.

4. Carenza di vitamina D3 e scarsa esposizione al sole

La vitamina D3 regola molti processi metabolici, tra cui anche l’assorbimento e l’attivazione della B12. Carenze croniche possono compromettere l’intero equilibrio enzimatico e ormonale.

5. Disbiosi intestinale e candidosi

Un intestino in disbiosi non è in grado di assimilare correttamente i nutrienti. La Candida albicans, che prolifera in ambienti ricchi di zuccheri, può impedire l’assorbimento di vitamina B12 e di altri micronutrienti essenziali.

6. Dieta ricca di antinutrienti

Alimenti come legumi, cereali raffinati e cibi industriali contengono fitati, lectine e ossalati, che inibiscono l’assorbimento di vitamine e minerali. Una dieta low-carb, ricca di proteine nobili da carne grass-fed e di grassi saturi di qualità (come il ghee), può aiutare a ripristinare l’equilibrio.


Cosa fare quando la vitamina B12 è alta

Ecco i passaggi consigliati per valutare correttamente un valore elevato di vitamina B12:

1. Non sospendere automaticamente integratori e carne

Eliminare fonti proteiche o integratori senza un’adeguata valutazione può peggiorare il quadro. Non si tratta di “togliere” ma di capire cosa ostacola l’utilizzo della vitamina.

2. Effettuare un test epigenetico predittivo

Il test epigenetico S-Drive da bulbo del capello consente di valutare:

  • carenze nutrizionali intracellulari

  • blocchi metabolici

  • alterazioni nella metilazione

  • stress ossidativo e infiammazione tissutale

3. Valutare il profilo nutrizionale e genetico completo

Oltre alla B12, è fondamentale verificare lo stato di:

  • folati

  • vitamina D3

  • betaina

  • retinolo (vitamina A)

  • ferritina

  • SAME (S-adenosilmetionina)

4. Personalizzare l’integrazione

In base ai risultati epigenetici, è possibile impostare un piano di integrazione con nutraceutici mirati, scelti in base alle reali esigenze metaboliche, e non semplicemente in base ai valori di laboratorio.

Un valore elevato di vitamina B12 non è necessariamente indice di un problema clinico, ma può rivelare blocchi funzionali e metabolici che impediscono al corpo di utilizzarla nel modo corretto.

L’approccio più efficace non è la soppressione del sintomo, ma la valutazione epigenetica personalizzata, che considera lo stile di vita, l’alimentazione, le mutazioni genetiche e lo stato infiammatorio generale.
La salute non si misura solo nei numeri delle analisi, ma nella capacità del corpo di funzionare in equilibrio.

Dr. Fabrizio Marrone
Farmacista esperto in Nutraceutica ed Epigenetica

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