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Test epigenetico e carenza di Acido Oleico

Test epigenetico e carenza di Acido Oleico

PERCHE’ SI EVIDENZIANO CARENZE DI ACIDO OLEICO A LIVELLO DI MEMBRANA COME ACIDI GRASSI? Come prima cosa possiamo evidenziare una problematica di Insulino resistenza e di possibile modificazione epigenetica verso la sindrome metabolica incluso il diabete di tipo 2. Bisogna indagare anche a livello genetico ma di solito l’epigenetica non mente con il test epigenetico S-drive oppure con la lipidomica di membrana.

18/07/2024 15:19:00 | parafarmaciaovf

I nostri geni che ereditiamo dai nostri genitori vengono influenzati dallo stile di vita, da quello che mangiamo e respiriamo. Quando ci troviamo di fronte al test epigenetico da bulbo del capello che ci evidenzia carenza di acido oleico (ci dice aumentare l’assunzione) dell’acido grasso monoinsaturo e anche della carenza di GLA/DGLA acido grasso omega 6 con aumento di acido palmitico acido grasso saturo per bilanciare l’equilbrio degli acidi grassi anche a livello endogeno. Questo perché noi abbiamo dei meccanismi epatici enzimatici che trasformano gli acidi grassi vegetali che ingeriamo con l’alimentazione portano ad allungare le catene carboniose e aggiungere doppi legami tramite enzimi che si chiamano elongasi e desaturasi. Quando le nostre membrane sono rigide quindi non fluide, nei casi d’infiammazione e blocco dei mitocondri il nostro corpo aumenta la capacità di produzione a partire dall’aumento dell’efficienza enzimatica delle desaturasi che trasformano visto la richiesta gli acidi grassi saturi in monoinsaturi per sopperire a questa carenza. Perché il nostro copro tende sempre alla ricerca di uno stimolo ormetico che porta all’equilibrio questo è il segreto della nostra salute e longevità.

Tuttavia, a differenza dell'acido palmitico acido grasso saturo (SFA), l'acido oleico monoinsaturo (MUFA) suscita effetti benefici
sulla sensibilità all'insulina e regola il rapporto con l’acido palmitico: l'acido oleico nella dieta migliora il profilo glucidico e lipidico e il rischio di diabete negli uomini. L’aumento dell'acido oleico rispetto all'acido palmitico incrementa l’azione antinfiammatoria e la sua capacità di inibire lo stress del reticolo endoplasmatico (ER), blocca la produzione di superossido quindi radicali liberi nella perossidazione lipidica, prevenendo l'attenuazione della via di segnalazione dell'insulina e miglioramento della sopravvivenza delle cellule β del pancreas.

Dall’alimentazione è importante fornire gli acidi grassi essenziali (AGE) Acido linoleico capostipite degli acidi grassi omega 6 e Acido alfa linolenico capostipite degli acidi grassi omega 3. Questo perché il nostro corpo non ha gli enzimi desaturasi per aggiungere doppi legami per produrre acidi grassi a lunga catena per questa produzione. E sono proprio gli acidi grassi omega 3 /6 introdo] dall’alimentazione che il nostro corpo utilizza per ricercare l’equilibrio sia nel rapporto quando possibile di 3/1 omega6 e omega 3 che nella produzione di eicosanoidi buoni che regolano e controllano l’infiammazione (rapporto che regola la logevità e la fluidità delle nostre membrane tra PGE1-PGE3- Acido arachidonico).

Bisogna anche diminuire l’introito di acidi grassi saturi e trans. Acidi grassi che normalmente si trovano allo stato liquido e poi tramite un processo chimico fisico di idrogenazione diventano solidi come i famosi cornetti e merendine varie che tante persone mangiano al mattino.

Da numerosi studi scientifici si evidenzia che livelli elevati di acidi grassi non esterificati (NEFA) possano mediare la disfunzione e la perdita di cellule β nel diabete di tipo 2, un fenomeno noto come lipotossicità con la produzione di eccessive quantità di H2O2 perossido di idrogeno o meglio conosciuta come acqua ossigenata deleteria per le nostre membrane, cellule e i nostri tessuti. Mentre gli acidi grassi saturi introdotti da un’alimentazione raffinata mostrano un forte effetto citotossico sulle cellule produttrici di insulina, gli acidi grassi insaturi e polinsaturi non sono tossici e possono addirittura prevenire la tossicità e lo stress ossidativo.

I fattori principali indotti da insulino resistenza IR e diabete T2 e quindi nell’insieme anche la sindrome metabolica portano a disfunzione mitocondriale che può causare l'ossidazione incompleta degli acidi grassi , andando ad aumentare gli acidi grassi saturi e la perossidazione lipidica. Quindi in poche parole aumenta lo stress ossidativo i famosi radicali liberi dell’ossigeno sia a livello mitocondriale ma anche a livello di membrana portando ad una rigidità di membrana e questo porta il nostro corpo ad aumentare la produzione di antiossidanti endogeni capaci di catturare questi radicali.
Dal test epigenetico s-drive si evidenzia quasi sempre in questo caso la carenza di SOD superossidismutasi che ha la capacita’ di trasformare il radicale dellossigeno in perossido di idrogeno molecola più stabile. Inoltre riscontriamo anche la carenza di Cisteina, cistina, zolfo, selenio che sono i precursori del Glutatione antiossidante endogeno molto importante insieme a catalase nel detossificare del tutto il perossido di idrogeno scomponendolo in acqua e ossigeno e il ciclo di ossidoriduzione può rincominciare fin quando non vi e’ un blocco indotto da fattori epigenetici. E’ proprio l’insulino resistenza che non permette l’ingresso dei nutrienti a livello di membrana e nei nostri mitocondri.

L'acido oleico sovraregola l'espressione dei geni che causano il blocco dell’utilizzo dei grassi a scopo energetico a livello mitocondriale , mediante deacetilazione di PGC1α ( master genetico molto importante stimolato anche dalla restrizione calorica, il mima digiuno e dai polifenoli e nicotinammide riboside e PQQ. Sono presenti nell’integratore OVF prosirt 6 ) mediante l'attivazione PKA-dipendente del complesso SIRT1-PGC1α. Un altro potente fattore indotto da insulino resistenza e diabeteT2 è la disfunzione endoteliale poiché l'endotelio danneggiato causa un aumento del rilascio di mediatori infiammatori come TNF-α, IL-6, IL-1β, sVCAM, sICAM, E-selectina e altre citochine proinfiammatorie. E’ proprio la presenza dell’acido grasso MUFA l'acido oleico che ha la capacità di regolare l'espressione di E-selectina e sICAM. Il resto dei fattori di rischio possono includere infiammazione, disfunzione delle cellule β, stress ossidativo, squilibrio ormonale, apoptosi e disregolazione enzimatica.

Abbiamo riassunto il meccanismo evidenziato come l'acido oleico regola i fattori causali sottostanti e risulta insieme al GLA un fattore importante predittivo di sindrome da insulino resistenza come si evince da numerosi studi scientifici elencati. I risultati confermano che l'acido oleico ha un effetto benefico a livello cardiovascolare rispetto agli acidi grassi saturi come l'acido palmitico. Pertanto, l'oleato protegge dalla resistenza insulinica cardiovascolare, migliora la disfunzione endoteliale, l'infiammazione e, infine, riduce la proliferazione e l'apoptosi nelle VSMC che possono contribuire a un processo aterosclerotico migliorato e alla sua stabilità. Questi processi possono essere mediati dall'inibizione delle vie JNK-1/2 e NF κB.

AZIONI DA FARE:
Nel risultato del test epigenetico S-drive da bulbo del capello vengono evidenziati gli alimenti con possibile allergie, le restrizioni alimentari da seguire e in fine a pagina 29 vengono scritte le sostanze che mancano in ordine di importanza come vitamine, minerali, aminoacidi, antiossidanti e acidi grassi. In base alle priorita' dobbiamo integrarle sia dall'alimentazione che dall'integrazione. Ci sono anche scritte tutti gli alimenti dove ritroviamo le sostanze funzionali che siamo carenti.
Come prima cosa controllare l’alimentazione togliendo zuccheri raffinati dall'alimentazione. Tenere sotto controllo l’insulino resistenza ci sono delle sostanze importanti come cromo picolinato, vanadio, zinco, inositolo. Togliere il glutine molecola infiammatoria. Per abbassare l’indice glicemico degli alimenti preferire sempre prima le verdure in un pasto si puo’ utilizzare anche inulina una fibra prebiotica che regola l’insulino resistenza modulando l'indice glicemico degli alimenti come anche il burro Ghee che contiene acidi grassi a catena corta ottimi per il nostro microbiota e per diminuire il carico glicemico.
Fare attività sportiva all’aperto esponendosi alla luce solare forte attivatore metabolico e di vitamina D3. Diminuire il grasso addominale per regolare la sindrome metabolica con l’insulino resistenza, pressione arteriosa che il profilo lipidico. Il grasso addominale come anche l’acidità dei tessuti aumentano la produzione di Colesterolo anche quello cattivo/ossidato (LDL) e blocca la produzione endogena sia di Vitamina D3 attiva la 1-25 OH quella attivata a livello renale che i recettori VDR che si ritrovano in tutto il nostro corpo. Introdurre dall’alimentazione vegetali come broccoli e brassicace. Contengono zolfo e sulforafano che detossificano il fegato e allo stesso tempo aumenta la solfatazione della vitamina D3 rendendola idrosolubile e quindi ne permette un migliore assorbimento e aumento dei recettori VDR.
Aumentare la detossificazione del nostro corpo non mangiare sostanze alchilanti e nanoparticelle anche presenti in alcuni integratori. Diminuire al minimo l’elettrosensibilità, ricaricare il telefono lontano da dove si dorme, spegnere Wi-fi, eliminare le radiazioni, andare spesso al mare e inalare iodio dal mare, camminare scalzi sull’erba per scaricare l’elettronegatività e frequenze non positive. Bere acqua alcalina e fare in modo di migliorare l’idratazione intracellulare utilizzando Glutammina, carnosina, betaina e mangiare polifenoli e flavonoidi. Comprare frutta biologica lavarla con bicarbonato e quando possibile mangiare frutti, bacche, mirtilli con la buccia dove sono contenuti gli antiossidanti come quercetina, fisetina, Apigenina, Pterostilbene, polidatina betaina. Fare anche delle centrifughe con betaina da barbabietola rossa, carote con buccia, mele con buccia, sedano, zenzero e limone. Prediligere sempre frutti non zuccherini e con i semi e noccioli ricchi in Nitrile conosciuta come vitamina b17.
Mangiare acidi grassi essenziali come pesce e carne grass feed, se vegani introdurre GLA da olio di borragine, olio e semi di canapa, noci brasiliane ricche in selenio , semi di zucca ricchi in zinco, semi di Chia ricchi in calcio.

Integratori consigliati con carenza di oleico:
Appena svegli a digiuno un cucchiaio di olio di oliva
Ovf Berberina: Una capsula prima di pranzo e cena
OVF Prosirt 6: Una capsula ore 10 di mattina e una ore 17 pomeriggio
Cellfood: diluire in acqua 4 gocce al giorno per 3 volte. Proseguire con 8 gocce sempre 3 volte al giorno per un periodo di 3 mesi.

Dopo aver fatto 3 mesi di alimentazione corretta, integrazione ed esercizio fisico all’aria aperta ripetere il test epigenetico da bulbo del capello e correlare insieme al proprio medico i buoni risultati raggiunti.
Questi sono solo alcuni dei consigli per migliorare la sindrome metabolica e soprattutto l’insulino resistenza e il male del secolo. Tutti noi possiamo fare di meglio e mettere al primo posto la natura e l’equilibrio del nostro corpo. Penso infatti che la natura ci ha messo a disposizione tutto quello che serve, basta solo iniziare la corsa verso la nostra forma migliore fino a raggiungere il benessere totale.

Dr Fabrizio Marrone, Farmacista esperto in Nutraceutica

Gli integratori alimentari o Nutraceutici non rappresentano un’alternativa ad una dieta equilibrata e al corretto stile di vita. Chiedere sempre al proprio medico o farmacista prima di utilizzare qualsiasi integratore.