Sirtuina 6: la proteina che ci protegge dalle malattie neurodegenerative
La Sirtuina 6 è una proteina essenziale per lo sviluppo del corpo. Ecco perché può aiutarci a proteggerci dalle malattie neurodegenerative.
Che cos'e' la proteina sirt6
La proteina SIRT6 (sirtuina 6) è una proteina già nota perché collegata all’invecchiamento, alla riparazione del DNA, al mantenimento dei telomeri nonché all’infiammazioni e alla glicolisi.
La Sirtuina 6 è presente in tutti i mammiferi e si rivela essenziale per lo sviluppo del corpo e per la sopravvivenza in seguito della nascita.
Con l’avanzamento anagrafico la proteina tende ad essere sempre meno efficiente; motivo per il quale diversi studi stanno cercando un metodo per garantirne l’efficienza a lungo termine, con l’obiettivo di rallentare l’invecchiamento dell’essere umano.
L’esperimento dei ricercatori sui topi
Per questo motivo i ricercatori hanno sviluppato un esperimento su 250 topi, aumentando l’attività della Sirtuina 6 in alcuni di essi. Rispetto ai topi di controllo, quelli con la proteina “modificata” vivevano in media il 23% in più (i maschi riuscivano a vivere il 30% in più rispetto al gruppo di controllo, le femmine il 15%).
Una delle caratteristiche che ringiovanivano il corpo dei topi con il livello modificato di Sirtuina 6 era la capacità di generazione energetica dopo un digiuno: mentre i topi del gruppo di controllo perdevano, con il passare del tempo, la capacità di generare un livello sufficiente di energia dopo un digiuno, perché in difficoltà nel ricavare energia dai grassi dell’acido lattico, i topi con livelli più alti di SIRT6 ci riuscivano invece facilmente. Non solo: gli studi hanno mostrato un livello più basso di colesterolo, un rischio minore di incorrere nel cancro e, a parità di età e di altri fattori, una velocità di corsa maggiore.
Gli umani potrebbero vivere tranquillamente 120 anni
Esatto, gli umani potrebbero vivere fino a 120 anni. E’ questo il risultato della ricerca che collega la SIRT6 al tasso di invecchiamento sano nei mammiferi. Questa ricerca conferma le ipotesi secondo le quali aumentando l’attività della Sirtuina 6 si può, potenzialmente anche negli esseri umani, rallentare l’invecchiamento.
Cohen Haim Cohen, ricercatore della Bar-Ilan ed uno degli scienziati che ha guidato il team di ricerca, ha affermato che se risultati del genere potessero essere riprodotti anche sugli esseri umani si potrebbe portare l’aspettativa di vita umana quasi a 120 anni (attualmente l’aspettativa di vita è compresa tra i 70 e gli 80 anni, a seconda dei molteplici fattori presi in considerazione).
Forse è possibile creare un farmaco
Gli scienziati ammettono che attualmente non è possibile tradurre modifiche genetiche simili nel genere umano. Mentre per i topi è d’uopo pensare ad una possibilità di modifica genetica per aumentare i livelli di SIRT6, una soluzione del genere negli esseri umani sembra ad oggi ancora troppo difficile da applicare. Gli stessi scienziati pensano, però, che si possa lavorare ad un farmaco che aumenti l’attività della proteina SIRT6 negli esseri umani ed è quello a cui il team di Cohen sta lavorando attualmente.
Parallelamente da un altro studio condotto da ricercatori israeliani dell'Università Ben-Gurion del Negev è emerso che la quantità di Sirtuina 6 è fortemente ridotta nel cervello delle persone con Morbo di Alzheimer (MA), una malattia neurodegenerativa causata dalla morte delle cellule cerebrali, per la quale attualmente non c'è alcuna cura.
La Dott.ssa Toiber ha scoperto che, quando una persona invecchia, diminuisce la quantità di proteina SIRT6 nel cervello. In effetti, secondo la dott.ssa Toiber, "nei pazienti di Alzheimer è quasi completamente sparita".
Secondo la dott.ssa Debbie Toiber, del Dipartimento di Scienze della Vita della BGU la SIRT6 è fondamentale per la riparazione del DNA, il cui deterioramento "è l'inizio della catena che termina in una malattia neurodegenerativa degli anziani”.
Attualmente la Dott.ssa Toiber sta lavorando per trovare un modo per aumentare l'espressione della proteinaSIRT6 nel cervello, perché secondo lei “Se una cellula ritiene che è troppo pericoloso continuare con un DNA danneggiato, può attivare un meccanismo di autodistruzione. Se troppe cellule lo fanno, il tessuto con le cellule morenti si deteriora, come nel cervello".
C’è di più: “Un certo danno del DNA è inevitabile, semplicemente vivendo, è l'ambiente che provoca danni aggiuntivi. Lo ripariamo e continuiamo ad andare avanti. Ma le riparazioni non sono perfette e parte del DNA rimane non riparato. Quando si invecchia, il DNA non riparato si accumula".
Come mantenere in salute il DNA?
Secondo la Dott.ssa Toiber mantenere abitudini sane, come la buona dieta e l'esercizio fisico, potrebbe fare la differenza nella salute del nostro DNA. Non solo, oltre lo sport anche lavorare oltre il pensionamento può incidere positivamente sul corpo, preparando le cellule a reagire più facilmente e quindi metterle più in grado di ripararsi.
Ovviamente anche in questo modo non è possibile evitare interamente gli effetti dell'invecchiamento. "Devi ricordare che la metà di tutti noi dopo i 95 anni avrà l'Alzheimer", dice. "Non è una cosa genetica o ambientale. Quello può influenzarlo un po', ma quando c'è una probabilità del 50% di ottenere l'Alzheimer, dimostra che non può che succedere, nel corso della vita".
Per questo, conclude: "Dobbiamo focalizzare la nostra ricerca sul modo di mantenere la produzione di SIRT6 e di migliorare la capacità di riparazione del danno del DNA che porta a malattie neurodegenerative".
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FONTI
Israeli scientists extend mice’s lives by 23%, say method may work on humans | The Times of Israel (IA)
Restoration of energy homeostasis by SIRT6 extends healthy lifespan | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-021-23545-7)
Sirtuin 6 – Wikipedia in inglese (IA)