NUTRACEUTICA E CISTITE
La cistite č una infiammazione del tratto urinario in grado di colpire numerose persone soprattutto le donne. La sua fastidiosa sintomatologia puņ essere enfatizzata da una cattiva alimentazione oltre a diversi fattori.
Per questo motivo, un regime nutrizionale sano può evitare lo sviluppo del disturbo o evitare la sua possibile insorgenza. Piuttosto comune e molto fastidiosa, la cistite presenta una sintomatologia caratterizzata da intensi bruciori e dolori nell’area del basso ventre a tratti invalidante. Si tratta di una patologia infiammatoria causata da un batterio in grado di colpire il tratto urinario, dove è in grado di prolificare creando innumerevoli fastidi durante la minzione. Ma che relazione esiste fra cistite e alimentazione? Esistono cibi utili per evitare che la cistite si manifesti con tutta la sua sintomatologia? È bene chiarire, a tal proposito, come un adeguato regime alimentare possa diminuire l’impatto della sintomatologia, così come di prevenire la possibile insorgenza del disturbo.
CHE COS’È LA CISTITE?
La cistite è un’infiammazione batterica della mucosa vescicale che colpisce in gran parte soggetti di sesso femminile. Questa patologia si caratterizza per una sintomatologia correlata al continuo bisogno di urinare. Il processo di tipo infiammatorio può essere acuto o cronico poiché l’infezione può ripresentarsi se non viene affrontata in maniera adeguata. Proprio un trattamento inadeguato della patologia può portare a un allargamento dell’infezione verso le alte vie urinarie. Diversamente quando la terapia viene trattata tempestivamente, i sintomi possono risolversi in tempi brevi. Solitamente la cistite viene trattata tramite la somministrazione di antibiotici utili a eliminare il batterio responsabile dell’infezione. Oppure vengono utilizzati dei Nutraceutici che non creano farmaco resistenza come la sinergia del D-Mannosio che blocca il batterio Escherichia coli e l’acidita’ del Cranberry del mirtillo rosso titolato in PAC portano alla remissione dei sintomi fino all’alimentazione del fastidioso batterio. Le recidive sono comuni e possono essere utili alcuni accorgimenti quali piccoli cambiamenti di stile di vita, utili a rendere più difficile il cronicizzarsi del disturbo. L’incidenza maggiore sul sesso femminile di questa patologia è dovuta a motivi di tipo anatomico, data la più breve lunghezza dell’uretra che porta a una facilità maggiore nella risalita degli agenti infettivi.
LE CAUSE
I batteri patogeni che provengono da intestino, vagina e uretra sono la più comune causa di cistite. Molto spesso si tratta di Escherichia coli (80-90%), Staphilococcus saprophyticus (5-19%), invece patogeni quali lo Streptococcus faecalis, il Proteus o la Klebsiella (1-3%). Inoltre frequenti rapporti sessuali, l'uso del diaframma, assunzione sbagliata e continua di antibiotici, menopausa, il diabete, la stipsi e il sovrappeso dovuto anche ad un’alimentazione ricca di zuccheri raffinati che come sappiamo amplificano la crescita dei batteri patogeni, sono tutti fattori che amplificano la cistite. Nelle giovani donne il fattore più importante che causa lo sviluppo di cistiti è rappresentato dal rapporto sessuale (nel giro di 24/48 ore) La risalita batterica dall’uretra alla vescica è facilitata dal rapporto sessuale in maniera meccanica. Delle volte la cistite nella giovane donna può essere presente senza batteri, legata al microtrauma sull’uretra dal rapporto sessuale, spesso quando vi è una scarsa lubrificazione.
Occorrerebbe pertanto, ove possibile, limitare questi fattori di rischio, utilizzando un lubrificante specifico e dal punto di vista Nutraceutico il consiglio di prendere l’integratore Probiocyst che contiene anche acido ialuronico molecola fondamentale per aumentare l’idratazione e allo stesso tempo riparare la parete della vescica indebolita (anche dovuta dalla riduzione degli estrogeni soprattutto nella fase premenopausa / menopausa tipica di questo periodo della vita della donna), impedendo ai batteri patogeni di infiltrarsi e colonizzare le mucose vescicali provocando infiammazioni e cistiti. Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’acido ialuronico è in grado di ripristinare questa funzione protettiva dell’epitelio di transizione, contribuendo in modo significativo alla riduzione dello stato infiammatorio, della recidività degli episodi infettivi, nonché al ridimensionamento e alla scomparsa dei sintomi. Inoltre è fondamentale parlarne con il proprio medico sia per una diagnosi corretta e soprattutto per effettuare le dovute accortezze. Assumere antibiotici solo quando è il medico a prescriverli.
CONSIGLI UTILI PER UNA DIETA ADEGUATA ALLA CISTITE
È possibile adottare diversi atteggiamenti corretti per prevenire la cistite, così come d’altra parte innumerevoli altri disturbi. A tal proposito, un ruolo fondamentale è demandato all’idratazione: bere almeno due litri d’acqua diventa fondamentale per permettere una sufficiente idratazione all’organismo e allo stesso modo diminuire la presenza di una concentrazione batterica superiore alla media. Consumare un quantitativo adeguato di alimenti ricchi di fibre permette, poi, una buona regolarità intestinale che permette rischi inferiori di proliferazioni batteriche. Molto utile può essere anche la diminuzione del consumo di zuccheri raffinati e sciroppi di glucosio i quali rappresentano terreno fertile per la riproduzione batterica, nello specifico dei germi infiammatori. Quando si parla di cistite, è importante evitare cibi e bevande che possono irritare la vescica e il tratto urinario. I cibi acidi possono essere particolarmente problematici in quanto possono irritare la mucosa della vescica già infiammata.
Ecco alcuni esempi di cibi acidi che è consigliabile limitare o evitare durante un episodio di cistite: 1. Agrumi: come arance, limoni, lime, pompelmi. Questi frutti sono ricchi di acido citrico, che può essere irritante per la vescica. 2. Pomodori: sono acidi e possono causare disagio a chi ha la cistite. 3. Bevande gassate: come bibite analcoliche, che spesso contengono acido fosforico. 4. Caffè e tè nero: entrambi contengono acidi che possono irritare la vescica. 5. Alcolici: possono irritare la vescica e aumentare il rischio di infiammazione. 6. Alimenti speziati: come peperoncino, curry e peperoni, che possono irritare ulteriormente la vescica. Una particolare attenzione va poi a una serie di alimenti che purtroppo vengono abusati soprattutto in Italia in grado di favorire l’infiammazione a livello della vescica, tra i quali quelli contenenti stimolanti quali caffeina e teobromina e i cibi piccanti.
L’UTILIZZO DEL D-MANNOSIO
La parete interna della vescica svolge un ruolo di impermeabilità: essa, infatti, impedisce al liquido presente nella vescica (contenente sostanze tossiche che occorre eliminare dall’organismo) di trasudare. Affinché la trasudazione non avvenga, esistono delle strutture prevalentemente a base di zuccheri (in termini molto generali) che proteggono dall’assorbimento di sostanze tossiche e, allo stesso tempo, prevengono l’adesione dei germi alla mucosa vescicale. L’utilizzo del D-Mannosio permette di ricostruire l’integrità della mucosa vescicale, cioè di ristabilire, per così dire, una buona “smaltatura” dell’interno della vescica, rappresentando una valida prevenzione delle recidive delle infezioni batteriche.
COS’È IL D-MANNOSIO? Il D-Mannosio (o destro mannosio) è uno zucchero semplice estratto dal legno della betulla e del larice. Nello specifico si tratta di un monosaccaride, isomero destrogiro, presente anche nel nostro organismo e in molti tipi di frutta come le mele, le pere e le arance. Rispetto agli altri comuni zuccheri come il saccarosio e il fruttosio, è un elemento che non viene assorbito dal nostro corpo ma viene espulso con l’urina.
I BENEFICI DEL D-MANNOSIO: RIMEDIO NATURALE CONTRO LA CISTITE
La principale attività benefica del D-Mannosio riguarda la sua efficacia nel combattere la cistite e le infiammazioni del tratto urinario. È un rimedio naturale particolarmente consigliato sia come integrazione delle terapie antibiotiche sia come cura e prevenzione della cistite recidiva. Inoltre, è consigliato agli uomini affetti da prostatite, dove il D-Mannosio, assunto insieme al Cranberry e probiotici provoca effetti positivi per gli stati di infiammazione della prostata.
COME FUNZIONA?
Il D-Mannosio è uno zucchero semplice, un monosaccaride esoso estratto dal legno di larice o betulla dall’elevato profilo di sicurezza d’uso. Viene rapidamente assorbito dall’intestino e nell’arco di poco tempo (30 minuti) distribuito nel sangue e a tutti gli organi. Non può essere trasformato in glicogeno e pertanto non viene accumulato nel fegato o in altri organi, né viene utilizzato dall’organismo. Il mannosio in eccesso raggiunge il rene e la vescica e viene eliminato con le urine. La somministrazione di mannosio a lungo termine, in concentrazioni fino al 20%, non ha prodotto effetti sul metabolismo né segni di tossicità, il che supporta il buon profilo tossicologico generale. L’adesione dei batteri alla superficie delle cellule animali è un fattore cruciale per la virulenza e l’instaurarsi di infezioni. Spesso questo riconoscimento adesione è mediato da residui di zuccheri quali D-Mannosio e L-fucosio che si legano alle lectine specifiche della superficie batterica. Sono noti e descritti fattori di virulenza che sono maggiormente e abbondantemente rappresentati sui sierotipi patogeni per esempio di E.coli (noti come UPEC Uropathogenic Escherichia coli), di Salmonella sppe altri batteri coinvolti nelle infezioni delle vie urinarie come Proteus mirabilis. La parete della vescica è rivestita con varie proteine mannosilate, tra le quali le proteine di Tamm-Horsfall (THP), che interferiscono con l’adesione dei batteri all’epitelio. La THP si lega al batterio Escherichia Coli con un legame altamente specifico e saturabile, che è inibito dal D-Mannosio suggerendo un ruolo importante dei gruppi mannosiltati di THP nel legame specifico, in particolare con i coli patogeni dotati del fattore di virulenza di FimH, che più abbondanti si riscontrano nei pazienti affetti da infezioni del tratto urinario rispetto alla popolazione sana.
Il D-Mannosio mima la funzionalità della barriera uroteliale, inibendo l’adesione dei batteri a livello dell’epitelio uretrale e vescicale. I batteri, legandosi con le molecole di D-Mannosio libere nell’urina, anziché annidarsi nelle pareti della mucosa, rimangono intrappolati nel flusso dell’urina e con essi eliminati. Studi in vitro e vivo hanno evidenziato la capacità dei mannosidi di ridurre la carica batterica di 2 ordini di grandezza nelle urine e di 4 nella vescica. Esiste un forte e consolidato razionale scientifico in merito all’efficacia del D Mannosio nell’inibire l’adesione dei batteri responsabili delle UTI nel favorire la clearance batterica tramite le urine e nel ridurre quindi l’insorgenza delle infezioni. La natura del monosaccaride e gli studi effettuati a lungo termine supportano il fatto che esso sia privo di tossicità anche se ingerito a dosi molto più elevate di quelle ordinarie nella dieta. Non ci sono effetti collaterali e il dosaggio minimo di utilizzo sono di 2000 mg da prendere la sera prima di andare a letto in modo da bloccare l’adesione del batterio a livello della vescica. Mentre la sinergia Nutraceutica del Cranberry titolato in proantocianidine oligomeriche permette di eliminare il batterio responsabile della cistite sfruttando l’acidita’ del frutto in prima battuta ma il vero meccanismo d’azione tradottto in efficacia è dovuta ai flavonoidi contenuti e le sue caratteristiche botaniche.
Ovf Probiocyst con D Mannosio, Cranberry e Probiotici favorisce il drenaggio dei liquidi corporei, la funzionalità delle vie urinarie e l'equilibrio della flora intestinale.