Inulina: la sostanza in grado di nutrire il nostro microbiota
Si chiama inulina una particolare fibra solubile che, una volta ingerita con il cibo o con gli integratori, svolge azione prebiotica, nutrendo il microbiota intestinale e riequilibrandolo quando alterato
Non è raro che, con l’arrivo dell’inverno, il microbiota intestinale possa subire un’alterazione, per via dell’arrivo di alcuni virus di stagione. Allo stesso modo però, una flora batterica alterata da patologie e altre condizioni, può essere facilmente trattata e riequilibrata, tanto con l’assunzione di fermenti lattici, quanto di altre sostanze naturali ad azione prebiotica. È il caso dell’inulina. Di cosa si tratta e come assumerla.
Cos’è l’inulina e quali sono i suoi benefici
Si chiama inulina una particolare fibra solubile appartenente alla classe dei cosiddetti oligosaccaridi. Molto amata in campo di integrazione alimentare, è utilizzata quale principio attivo di numerose formulazioni, per le proprietà che è in grado di espletare sull’organismo, di natura terapeutica e preventiva:
- È cruciale per il buon funzionamento digestivo e intestinale. Migliorandone tutte le patologie collegate.
- È prebiotica: protegge il microbiota intestinale ed evita sue alterazioni patologiche, farmacologiche o virali. Rimpolpa in modo naturale la flora batterica intestinale.
- Migliora l’assorbimento intestinale di minerali come calcio e magnesio.
- Riduce ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperglicemia, agendo per il migliore metabolismo di tali lipidi plasmatici.
- Ha azione pulitiva sull’intestino, di cui rimuove le scorie e mitiga le infiammazioni, scatenate ad esempio da stress o alimentazione scorretta.
- È energetica e immunostimolante.
Come assumere l’inulina per supportare il microbiota
Una volta ingerita, l’inulina raggiunge senza alterazioni l’ambiente intestinale, il cosiddetto microbiota, dove subisce fermentazione per via della flora batterica a trasformarsi così acidi grassi di tipo protettivo e riequilibrante. Ma come può essere assunta? L’inulina è liberamente assimilabile nel corpo, quale principio attivo introdotto con il consumo di alcuni alimenti specifici (topinambur, radice di cicoria e di carciofo, tartufo bianco, alcuni tuberi e tarassaco) oppure con gli integratori alimentari naturali. In queste formulazioni, la sostanza è spesso associata a fermenti lattici, di cui ne migliora l’azione e la sopravvivenza, ai fini di protezione della flora batterica intestinale e riequilibrio delle componenti alterate.
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