Interazione recettoriale tra vitamina K2, D3 e farmaci anticolesterolo.
La vitamina K2 è una vitamina lipofila il cui assorbimento, trasporto e distribuzione sono influenzati dai lipidi. Il livello plasmatico di vitamina K2 dopo l'integrazione è prevalentemente un effetto guidato dai lipidi e indipendente dallo stato preesistente di vitamina K2. Tuttavia, studi precedenti che esaminavano l'efficacia dell'integrazione di vitamina K2 spesso trascuravano l'influenza dei livelli lipidici sull'assorbimento di questa vitamina, portando a risultati incoerenti.
È stato osservato che integrare contemporaneamente vitamina D3 e vitamina K2 non rispetta la nostra epigenetica. La vitamina K2 dovrebbe essere assunta a distanza di almeno 6 ore dalla vitamina D3, poiché entrambe potrebbero saturare i recettori comuni, ovvero le lipoproteine di trasporto delle vitamine liposolubili, che utilizzano la stessa via di assorbimento. Studi scientifici confermano che le concentrazioni di lipoproteine raggiungono il picco dopo circa 3 ore nel plasma e nella frazione lipoproteica ricca di triacilglicerolo, composta da chilomicroni e VLDL, mentre le concentrazioni plasmatiche di fillochinone raggiungono il picco a 6 ore. Al basale e durante la fase postprandiale, il 53% del fillochinone plasmatico è trasportato dalla frazione lipoproteica, poiché si tratta di vitamine liposolubili che si saturano legandosi agli stessi recettori lipoproteici di trasporto.
L'esposizione al sole è cruciale per la produzione di vitamina D3 nel nostro organismo. La vitamina D3, o colecalciferolo, viene sintetizzata nella pelle quando questa viene esposta ai raggi ultravioletti B (UVB). Questi raggi stimolano la conversione del colesterolo presente nella pelle in vitamina D3 attiva. Per questo motivo, se siamo carenti di vitamina D3 e non riceviamo abbastanza sole, è importante rispettare la nostra epigenetica integrando la vitamina D3 al mattino dopo colazione e la vitamina K2 la sera dopo cena. Questo approccio evita che il sole possa interferire con la produzione di colesterolo e saturare i recettori lipoproteici, limitando così l'assorbimento della vitamina K2.
Essendo una vitamina liposolubile, il trasporto e l'assorbimento della vitamina K2 dipendono fortemente dai lipidi, condividendo con il colesterolo i recettori di ingresso a livello di membrana e superficie cellulare. Pertanto, gli interventi mirati al percorso di assorbimento del colesterolo possono influire anche sui livelli di vitamina K2.
L'integrazione di vitamina K2 può ridurre i livelli di trasporto dei lipidi, come dimostrato da recenti studi scientifici. Utilizzare la vitamina K2 può aiutare a ridurre l'iperlipidemia e la frazione di colesterolo LDL ossidato. Nei casi di sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), caratterizzati da livelli alterati di trigliceridi e colesterolo dovuti all'insulino-resistenza, la vitamina K2 rappresenta una soluzione dietetica sicura per il trattamento di questa condizione.
Contrariamente a quanto si crede sulle statine come strumento di prevenzione dell'aterosclerosi, un recente studio pubblicato sull'Expert Review of Clinical Pharmacology suggerisce che le statine possano causare la calcificazione delle arterie coronarie e agire come tossine mitocondriali, alterando la funzione muscolare nel cuore e nei vasi sanguigni attraverso la deplezione del coenzima Q10 e dell'eme A, fondamentali per la sintesi di ATP. Secondo il Dr. Harumi Okuyama e il suo team di ricerca, le statine inibiscono la sintesi di vitamina K2, cofattore necessario per l'attivazione delle proteine Gla della matrice, che proteggono le arterie dalla calcificazione.
Le statine inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno e l'attività dell'enzima HMG-CoA reduttasi, riducendo la disponibilità di acido mevalonico, precursore del colesterolo e degli isoprenoidi come il geranilgeranil pirofosfato (GGPP). Il GGPP è il substrato dell'UBIAD1, un enzima cruciale per la biosintesi della vitamina K2 (MK-4). Bloccando questo passaggio, le statine compromettono la formazione di vitamina K2, necessaria per il trasporto del calcio verso le ossa e la sua rimozione da arterie e reni.
La vitamina D3, conosciuta anche come colecalciferolo, è il precursore per il sistema endocrino della vitamina D. Essa subisce una conversione iniziale in 25-idrossivitamina D (calcidiolo) e successivamente in 1,25-diidrossivitamina D (calcitriolo), il suo ormone attivo. È importante monitorare i livelli di vitamina D3 misurando sia la forma 25-OH, il serbatoio epatico, sia la 1,25-OH, che viene convertita dal fegato ai reni in vitamina attiva.
A seconda delle carenze di vitamina D3, è consigliabile prendere sole nelle ore più intense e integrare OVF Vitamina D3/A al mattino, insieme a grassi di buona qualità come uova, burro chiarificato (ghee) e antiossidanti come i mirtilli. La vitamina K2, insieme a boro, silicio e magnesio bisglicinato (ad esempio, OVF Magnesio chelato), dovrebbe essere integrata alla sera.
Se si assumono farmaci come le statine, è consigliabile integrare coenzima Q10 (200-400 mg al giorno) e raddoppiare il dosaggio di vitamina K2, poiché le statine riducono la formazione di queste sostanze essenziali.
Per chi utilizza anticoagulanti come warfarin o cardioaspirina, recenti studi indicano che è possibile assumere vitamina K2 a dosaggi di 100 mcg al giorno senza interferenze significative.
Prima di assumere integratori, è sempre opportuno consultare il proprio medico o farmacista, poiché gli integratori nutraceutici non sostituiscono una dieta equilibrata.
Fonti:
Dr. Fabrizio Marrone, farmacista esperto in nutraceutica ed epigenetica