Estratto secco e titolazione: attenti alle truffe!
La nostra ASTAXANTINA OVF contiene ben 8 MILLIGRAMMI di Astaxantina estratta da Hematococcus pluvialis per ogni capsula. Nello screenshot, invece, vedete persone che hanno acquistato un'altra Astaxantina di una nota azienda e solo dopo l'acquisto si sono rese conto che essa contiene solo 0,6 MILLIGRAMMI.
Ma come è possibile?
Per curarsi con le piante è fondamentale fare attenzione a due fattori principali: titolazione e qualità degli estratti secchi.
Esistono sostanzialmente tre modi di curarsi con delle erbe o delle piante:
- Utilizzare nella dieta piante specifiche dall’azione terapeutica, magari in ricette studiate appositamente per valorizzarne l’effetto, come un Fitocomplesso.
- Usare una tisana o un decotto, cioè mettere la materia prima in acqua, filtrare e bere il liquido.
- Assumere un prodotto basato su quelle piante, ad esempio in polvere (o capsule, o compresse), o in estratto fluido a base alcolica.
Quando andiamo in farmacia o in un negozio del naturale in un paese industrializzato, la forma di gran lunga più diffusa è quella in capsule. Le capsule contengono una polvere ricavata dalla pianta o dalla miscela di piante riportata in etichetta.
Una cosa di cui dobbiamo essere consapevoli, e che nessun produttore o venditore vi dirà mai, è che, mangiando una pianta (o una parte di pianta) polverizzata, solitamente ne assimiliamo veramente poco: dall’1 al 10%. Questo è l’indice della titolazione del principio attivo.
Ciò che dobbiamo chiederci è: quanto principio attivo che ha la funzione farmacologica c’è nell’estratto secco?
Facciamo due esempi:
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La Curcuma estratto secco è titolata fino al 95% in Curcumina, la molecola attiva che ha azione farmacologica. Quindi possiamo capire la differenza tra polvere di Curcuma, che si usa nell’alimentazione, e la Curcuma titolata con il massimo del titolo.
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Se desideriamo dalla Curcuma un effetto antinfiammatorio, epatoprotettore, analgesico, antiossidante, termogenico, è inutile utilizzare una Curcuma con una titolazione in Curcumina inferiore al 98%.
Inoltre, oltre alla titolazione, sarebbe opportuno considerare forme liposomiali o principi attivi sinergici che ne aumentino la metabolizzazione a livello intestinale, rispettino il pH acido dello stomaco e superino il primo passaggio epatico, che spesso inibisce l’azione nutraceutica del fitoterapico o fitocomplesso (quando si parla di più principi attivi).
È anche una questione di prezzo, proporzionata al titolo più alto del principio attivo.
Se utilizziamo Vitamina C sintetica, l’assorbimento è minimo. Se utilizziamo Vitamina C estratta da Acerola, Camu Camu, Rosa Canina, l’assorbimento è del 90% perché i flavonoidi contenuti aprono le membrane e favoriscono l’assimilazione della Vitamina C. Inoltre, proteggono dall’ossidazione e hanno anche un effetto antiossidante, antinfiammatorio e immunostimolante superiore rispetto alla classica Vitamina C di sintesi.
IL PROBLEMA DEI PRODOTTI IN POLVERE
Ci hanno detto che la corteccia di salice è un buon antifebbrile perché contiene acido acetilsalicilico (il principio attivo). Andiamo a comprarla e la troviamo – poniamo – in una confezione da 50 capsule di 400 mg di polvere ciascuna.
Se ne prendiamo 10 capsule (equivalenti a 4 g) e ne assimiliamo il 5%, è come se ne avessimo preso solo 200 mg: 20 volte meno di quanto pensiamo.
Se mandiamo giù tutta la confezione in una volta sola (20 g di polvere), riusciremo effettivamente a digerire e assimilare solo 1 g di prodotto.
E non finisce qui.
Quanto acido acetilsalicilico credete sia contenuto in 1 g di corteccia di salice? Dipende dalla specie e dal metodo di raccolta, ma solitamente varia dall’1 al 5%.
Questo valore si chiama titolazione, e si parlerà ad esempio di corteccia di salice titolata in acido acetilsalicilico all’1%.
Se la titolazione è all’1%, l’intera confezione di capsule (20 g) contiene circa 200 mg di acido acetilsalicilico, di cui, per i problemi di assorbimento descritti, solo 10 mg saranno effettivamente disponibili per l’organismo.
Risultato? Praticamente zero.
L’efficacia di questa cura non andrà mai oltre il placebo, se non utilizziamo dosaggi molto più elevati (ad esempio una confezione intera ogni ora).
Ecco perché sembra che una cura a base di piante sia inefficace: una sola pillola di sintesi contiene cento o mille volte più principio attivo di un’intera scatola di piante in polvere!
LE MERAVIGLIE DELL’ESTRATTO SECCO
L’estratto secco è la forma più efficace di assunzione dei principi attivi delle piante.
Come si produce?
La foglia viene polverizzata, immersa in acqua e portata ad ebollizione, finché rilascia le sue sostanze. A questo punto si rimuove la parte solida e si lascia evaporare lentamente il liquido: il residuo secco rimanente contiene solo le sostanze assimilabili, senza parti inutili.
Ad esempio, per ottenere 1 g di estratto secco, in alcuni casi servono fino a 100 g di materia prima.
A differenza delle polveri micronizzate, l’estratto secco è biodisponibile al 100% e contiene oltre il 98% di sostanze assimilabili.
In pratica, 1 capsula di estratto secco equivale a 100 capsule di polvere.
NON FATEVI IMBROGLIARE!
Attenzione alle etichette!
Ecco un esempio reale:
Rusco (Ruscus aculeatus) 61 mg radice estratto secco liofilizzato e polvere titolato in ruscogenine totali 4,75%
Qui il produttore fa una furbata: non dice quanto di quel Rusco sia estratto secco e quanto polvere!
Consiglio finale: scegliete solo estratti secchi titolati al massimo del principio attivo, con capsule vegetali e non animali.
Non lasciatevi ingannare da discorsi di venditori poco chiari: sorridete, salutate e allontanatevi con calma!
🌿 SCEGLIETE SOLO IL MEGLIO PER IL VOSTRO CORPO!
🔗Ovf Astaxantina 90cps | parafarmaciaovf.it
La Natura ha una grande capacità di guarirci, ma dobbiamo conoscerla nei minimi dettagli.