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Cimicifuga: che cos'è e a cosa serve

La cimicifuga (Cimicifuga racemosa) appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae. Nota per le proprietà antinfiammatorie e riequilibranti, è utile per alleviare i disturbi legati alla menopausa. Scopriamola meglio.

24/03/2023 10:20:00 | parafarmaciaovf

 
Proprietà della cimicifuga
La radice della cimicifuga contiene glicosidi triterpenici (acteina e 27-desossiacteina), alcaloidi, acidi grassi, acido salicilico, tannini, cimicifugina o macrotina (resina), racemosina, flavonoidi, oligoelementi che conferiscono alla pianta proprietà antinfiammatoria, e riequlibrante del sistema ormonale fwmminile, per la capacità della pianta di imitare la serotonina e alleviare così i disturbi neurovegetativi della menopausa e le vampate di calore. Le ricerche scientifiche hanno infatti dimostrato che l'impiego della cimicifuga sui disturbi legati al periodo della menopausa ha portato miglioramenti nei sintomi neurovegetativi tipo vampate di calore, sudorazioni, mal di testa, vertigini, palpitazioni cardiache, ronzii alle orecchie, nervosismo e irritabilità, disturbi del sonno e stati depressivi.
I fitoestrogeni della cimicifuga infatti sono in grado di legarsi ai recettori per la serotonina posti nell’ipotalamo (un nucleo di cellule nervose situato nella parte bassa del cervello), svolgendo così un’azione simile a quella di questo neurotrasmettitore utile nel trattamento della sindrome menopausale, sindrome premestruale, dismenorrea (mestruazioni dolorose) e oligomenorrea (mestruazioni scarse).

Inoltre da questi studi è emerso che la pianta tende a ridurre i livelli di calcio e di fosforo nel sangue, e favorire l'aumento della massa ossea, giustificando così il suo utilizzo per combattere l'osteoporosi tipica della donna in menopausa. Infine, la cimicifuga è impiegata anche come rimedio antinfiammatorio e antireumatico, in particolare in pazienti con artrosi, dolori muscolari e nevralgie conseguenti a fatti reumatici, e sembra piuttosto attiva anche contro la mal di testa, particolarmente in quella di origine muscolotensiva.
Modalità d'uso

USO INTERNO
Attualmente in commercio, la cimicifuga si trova in estratto secco, titolato al 2 -5% in triterpeni e la dose consigliata è di 40 mg al giorno per i disturbi della menopausa e climaterio. La tisana e la tintura madre - invece - non offrono garanzie sulla costanza dei principi attivi.
DECOTTO: 1 cucchiaio raso di radice di ciimicifuga, 1 tazza d'acquaVersare la radice sminuzzata nell’acqua fredda, accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire qualche minuto e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo lontano dai i pasti per usufruire dell’azione antinfiammatoria su dolori mestruali, mal di testa e nevralgia.- Tintura madre di cimicifuga: 30 gocce 2-3 volte al giorno- Cimicifuga estratto secco: 40 mg per due volte al giorno, mattino e sera per contrastare i disturbi della menopausa.

Controindicazioni della cimicifuga
La cimicifuga sembra non avere rilevanti effetti collaterali, neppure per trattamenti a dosaggi piuttosto elevati e per periodi di tempo abbastanza lunghi, ma è comunque controindicata in gravidanza perché può aumentare la contrazione della muscolatura liscia uterina, e durante l’allattamento.

Cenni storici
Il curioso nome cimicifuga, coniato da Linneo, allude proprio alla presunta attività insettifuga attribuita a questa pianta, per l'odore disgustoso e fetido che emana, che a oggi non trova nessuna dimostrazione di validità. I cinesi classificarono la Cimicifuga come una pianta amara, fredda, che riduce calore e tossicità e che viene usata per trattare gli stati infiammatori causati da eccesso di calore.I nativi americani usavano questa pianta per problemi mestruali, di parto (per facilitarlo) e di menopausa ed il nome Squaw Root (radice della squaw) implica proprio la sua importanza come pianta femminile. Altri usi comprendevano l'utilizzo come diaforetico in vari malesseri e febbri, l'uso del decotto esternamente per problemi reumatici e l'uso esterno della radice come antidoto ai morsi di serpenti.Queste osservazioni, riportate dagli studiosi etnobotanici, destarono l'attenzione degli scienziati Europei, che avviarono i primi studi clinici e sperimentali dopo il 1732, anno in cui la cimicifuga fu introdotta in Europa.